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Formare i dipendenti su dati e privacy. Investimento strategico o semplice formalità?
Ogni giorno le aziende raccolgono e gestiscono una quantità crescente di dati, informazioni sui clienti, processi produttivi e persino dati sensibili interni. In questo scenario, la formazione del personale sui temi di privacy e data protection diventa un fattore critico per evitare data breach e sanzioni, ma anche un’opportunità strategica per rafforzare la competitività e la fiducia del mercato. Secondo il rapporto “Cost of a Data Breach 2023” di IBM Security (fonte: https://www.ibm.com/security/data-breach ), oltre il 20% degli incidenti di sicurezza deriva da errori umani. Anche il Garante per la Protezione dei Dati Personali sottolinea l’importanza di una formazione costante, specie in un contesto in cui le normative (GDPR, DORA e altre in arrivo) impongono standard di protezione sempre più elevati.
L’elemento umano nei data breach
Quando si parla di violazioni dei dati, spesso si pensa a sofisticati malware o tecniche di hacking di ultima generazione. In realtà, molti incidenti nascono da gesti apparentemente banali e legati all’errore umano. Un caso frequente è il phishing, dove un dipendente apre un link malevolo o inserisce credenziali su un sito fasullo, consentendo l’accesso ai sistemi aziendali. Altri esempi sono la mancata revoca degli account aziendali di ex-dipendenti e l’uso di password poco sicure. Il “Rapporto Clusit 2023” (fonte: https://clusit.it/ ) evidenzia come, in Italia, le persone siano coinvolte in circa la metà degli incidenti documentati. Questo dimostra che, sebbene le soluzioni tecnologiche siano fondamentali, è la consapevolezza del personale a fare la differenza nel contenere i rischi.
Una leva strategica per l’azienda
Considerare la formazione sulla privacy come semplice “costo obbligatorio” può essere riduttivo. Diversi studi, come quello condotto dall’Agenzia dell’Unione Europea per la Cybersicurezza ENISA, dimostrano che un’organizzazione con personale ben formato riduce drasticamente il tasso di incidenti informatici legati a comportamenti scorretti. Inoltre, una cultura aziendale attenta alla protezione dei dati stimola un approccio data-driven più maturo. I team che comprendono il valore dei dati e le implicazioni legali e operative sono più pronti a proporre soluzioni innovative, analisi più precise e processi interni ottimizzati. Infine, clienti e partner si fidano maggiormente di un’azienda che dimostra attenzione concreta al tema della sicurezza e della privacy.
Costi e ritorno sull’investimento
Uno degli ostacoli più comuni è la percezione di “sottrarre tempo alle attività operative”. In realtà, i costi di una formazione ben progettata sono spesso molto più bassi delle spese causate da un singolo data breach, come sanzioni, ripristino dei sistemi, consulenze legali e perdita di credibilità. Secondo l’IBM Security, il costo medio di un data breach nel 2023 è di oltre 4 milioni di dollari a livello globale, cifra che aumenta nei settori finance e healthcare. Investire una frazione di tale somma in formazione può ridurre in modo significativo l’esposizione al rischio, offrendo quindi un ritorno concreto a livello economico e reputazionale.
Struttura e contenuti di un buon piano formativo
La formazione dovrebbe essere un processo continuo, non limitato a poche ore di onboarding o a un singolo workshop all’anno. Un buon programma formativo può includere:
Sessioni introduttive su privacy, GDPR, requisiti di sicurezza e casi di data breach comuni.
Approfondimenti specifici per reparto, poiché un team HR gestisce dati sensibili del personale, mentre il marketing elabora informazioni su clienti e prospect.
E-learning e gamification, con test periodici e simulazioni di phishing, per mantenere alta l’attenzione.
Aggiornamenti periodici, almeno due volte l’anno, per affrontare nuovi rischi e introdurre eventuali modifiche normative.
Secondo il “2023 Data Protection Report” di Verizon (link: https://www.verizon.com/business/resources/reports/dbir/ ), le organizzazioni che adottano programmi di formazione continua registrano una riduzione di oltre il 50% degli incidenti causati da errori umani, rispetto a chi effettua corsi sporadici o solo in fase di assunzione.
Conclusioni e prospettive
La formazione del personale su dati e privacy è un pilastro fondamentale per proteggere l’azienda dalle violazioni e, al tempo stesso, un’opportunità per evolvere verso una vera cultura data-driven. Con l’introduzione di regolamenti sempre più esigenti, come DORA per la resilienza operativa e il prossimo AI Act per l’intelligenza artificiale, le imprese che puntano sulle competenze interne saranno in una posizione di netto vantaggio competitivo. Prevenire è sempre meno costoso che intervenire a posteriori. Investire nella formazione significa ridurre i rischi, costruire fiducia e rendere il proprio business pronto ad affrontare le sfide di un mercato in continua trasformazione.